SEGNI SPORCHI | SS28/31 | SS365

SS 28/31 è l’acronimo di “Segni Sporchi” 28/31, dove i numeri rappresentano i giorni del mese, da un minimo di 28 (febbraio) ad un massimo di 31. Sono lettere alfabetiche “in evoluzione”, disegnate su un supporto cartaceo consistente, (Fabriano 640 grana grossa) nel corso di una telefonata in studio, nelle pause di lavoro o durante un briefing. L’esercizio, denominato “Segni Sporchi”, è fonte d’ispirazione per la composizione di opere pittoriche su tela, e si ripete mensilmente. Dodici opere all'anno, ognuna delle quali realizzata in 28/30/31 giorni. Segni che scandiscono lo scorrere del tempo, si fanno testimoni di emozioni, souvenir di esistenza dove l’attimo si trasmuta in linea, e da essa in linguaggio del ricordo. Successivamente, anche a distanza di mesi, una piccola porzione del disegno viene “contaminata” da macchie di colore (acquarello). Come nell’intera produzione artistica di Giuseppe Sicuranza, l’opera viene rigorosamente circoscritta da una finestra/cornice costituita da “tagli” al di là dei quali riconosciamo l’elaborato dell’artista.

Con “Segni Sporchi – SS 28/31”, l’artista e le sue “lettere in evoluzione” incontrano l’inconscio attraverso un dialogo apparentemente incontrollato tra illusione e verità. Nella costante presenza della lettera alfabetica il segno è rappresentazione dell’attimo, espressione indiretta, estensione della soggettività nello spazio tra sé e l’altro, tra sé e l’oltre. Le “lettere” di Giuseppe Sicuranza sono proiezioni provenienti da un universo extrafenomenico, parallelo alla nostra razionalità, disegni che sfidano il coacervo segnico ingovernabile dell’inconscio per approdare ad una perfezione tecnica che sembra sfidarne l’irrazionalità.

SS 365, acronimo di "Segni Sporchi 365", è il risultato di segni ottenuti attraverso la pulizia della penna a sfera su un sottomano di carta utilizzato durante l’esecuzione dei “Segni Quotidiani”, sulla cui superficie, trascorso l’anno, è possibile individuare una sorta di texture all’interno della quale si possono scorgere spazi invitanti, utili per introdurvi una composizione di lettere dell’alfabeto che andranno a formare una parola e, contemporaneamente, la visualizzazione di un numero, ovvero il rimando all’edizione annuale dei “segni quotidiani”. Numero 1: prima edizione dei “Segni Quotidiani”).  Leggeri passaggi di colore e trasparenti velature realizzate ad acquarello ne completano l’opera. Un segno di riconoscimento che ne stravolge il valore, trasformando un semplice foglio di carta destinato al macero in un’opera firmata, attribuendo a quelle macchie un significato destinato al nostro inconscio.

Qui è nuovamente vivo il rapporto con il tempo e il tentativo di recuperare i momenti vissuti attraverso la strenua ricerca di un appiglio che ci illuda della loro restituzione. Uno di essi è la conservazione e l’esaltazione feticistica di un oggetto apparentemente marginale, - ad esempio lo straccio utilizzato dal pittore per pulire i propri pennelli -, in grado però di assumere un ruolo determinante tra l’artista e l’opera sino a divenirne in qualche modo, protagonista e testimone del suo svolgersi.

ALCUNI PARTICOLARI DELLE OPERE